Camera con vista

Camera con vista: Incantevole Windowphilia

Di Lisa Peet

Ogni opera d’arte racchiude in se due tipi di gesti: quelli dell’artista e quelli dello spettatore. I gesti dell’artista sono spesso diretti e più facilmente individuabili - nel modo in cui la pittura viene applicata, come la penna viene tenuta, nello spessore o nella delicatezza di una linea. Ma esiste anche il suggerimento implicito- come l’artista guida il suo pubblico; che cosa ci sta domandando?

Camera con vista: incantevole windowphilia, la nuova mostra di Meridith McNeal presso lo Hyunnart Studio, acquisisce una ‘feroce’ energia dinamica da un’opposta, e allo stesso tempo compatibile, sequenza di messaggi. I dipinti – raffiguranti finestre di Roma, Venezia, Sperlonga e della sua casa di Brooklyn, New York ed una collezione di oggetti 30.5x30.5cm intitolati “Magical things” (oggetti magici) - richiedono due tipi di azione da parte dell’osservatore. McNeal ci sta chiaramente convocando, invitandoci attraverso una serie di finestre a grandezza naturale che si affacciano su paesaggi seducenti; allo stesso tempo ci sta anche chiedendo di soffermarci, di aspettare, ed osservare più da vicino ciò che si trova all’interno. Oltre al rispettivo paesaggio esterno, ogni dipinto di finestra allude ad un interno affascinante, a volte in modo diretto ma più frequentemente solo attraverso l’accenno di ciò che si trova oltre la cornice. La raccolta “Magical Things” rende questa direttiva ancora più esplicita; in ogni piccolo dipinto infatti, McNeal presta un amorevole attenzione ad oggetti comuni che rischierebbero di passare inosservati senza la sua guida.

La dolce tensione che emerge da questi due impulsi contrastanti, l’allontanarsi ed il restare, evoca una sorta di seduzione. Il titolo della mostra deriva dalla descrizione di Eleanor Clark delle finestre romane, ed il loro ruolo nella grande architettura della città, nella sua raccolta di saggi “Rome and a Villa”: “forse l’effetto più singolare in quelli romani in confronto agli altri edifici è la loro windowphilia (finestrafilia)…Nell’architettura dei palazzi [le finestre] sono centrali ed affascinanti nelle loro differenze.” E la parola risuona con una certa sensualità. Le stesse finestre, in vari stati di apertura, producono una sorta di burlesque architettonico. La finestra a battenti nel dipinto “Sperlonga Window : Casa Celeste ironing Room” (Finestra a Sperlonga: lavanderia di casa Celeste) è chiusa, parzialmente velata da una sottile tenda a fiori, affacciandosi – forse con nostalgia – alle persiane spalancate di fronte. La sua controparte, “ Sperlonga Window : Casa Celeste Living Room “ (Finestra a Sperlonga : salotto di casa Celeste), viene creata trionfalmente aperta, inquadrando un vertiginoso paesaggio urbano e, al tempo stesso, offrendo un riflesso accennato della casa attigua.

Aperte, chiuse, socchiuse, con tende o spoglie; con riflessi opachi o semplicemente trasparenti – le finestre di McNeal hanno il loro proprio modo di invitare lo spettatore ad entrare; contemporaneamente, ognuna prega di soffermarsi un momento. La traccia di amabili interni arredati , con le loro piante lussureggianti e opere d’arte appese alle pareti, controlla l’impulso di sorvolare. E il ridondare di questi ambienti è pienamente in grado di resistere al fantastico mondo dell’oltre, ricordandoci che ciò che è contenuto tra i nostri punti di vista paralleli ha tanto da offrire quanto ciò che si trova al di fuori.

E per provocare ulteriore contemplazione, McNeal ci offre le meraviglie del quotidiano. Magical Things, una serie di 24 studi ad acquerello ed inchiostro, venera gli oggetti facilmente ignorati della vita quotidiana: una ciotola di olio d’oliva, una barchetta di carta, un barattolo di pepe. Con l’aiuto devoto dell’artista, questi diventano totem, Milagros, amuleti di consapevolezza, intrisi di un potere più grande della somma delle loro parti. Mentre i dipinti di finestre suggeriscono ampiezza e vastità, queste piccole opere si esprimono ad alta voce contro l’impulso di dare tutto per scontato. Anche questi, giocano con lo stesso senso di profondità che hanno le finestre, ma su scala completamente diversa. La tattilità sorprendente di una scatola di aspirina in rilievo Braille, un insalata di cetrioli pepati dentro una ciotola floreale, il quieto luccicare di vasetti pieni di conserve sopra un profondo scaffale- questi sono davvero oggetti magici, e non solo per l’artista che li celebra.

Ci sono anche finestre e dettagli architettonici resi su piccola scala, ma hanno più un significato di destinazione piuttosto che di portali, e hanno un diverso tipo di voce. Meno profondi rispetto ai grandi dipinti o ai piccoli oggetti, le sculture di pietra romane e le vetrine di negozi incoraggiano lo spettatore a fermarsi e considerarli come elementi assestanti. Questi non sono punti di partenza ma di convergenza, profondamente immersi nei loro stessi momenti. Ogni Oggetto Magico (“Magical Things”) abita il proprio luogo e tempo, in qualche modo, però, è anche espansivo; ognuno contiene un pezzetto del migliore materiale genetico - del mondo – e dei dipinti più grandi.

Gli impulsi gemelli di moto e quiete governano tutto, dalle proprietà più elementari della fisica alle complesse decisioni morali che prendiamo durante il corso di una giornata e servono come potente fonte di energia inCamera con vista: incantevole windowphilia: quando un artista permette agli spettatori di abbracciare entrambi gli impulsi simultaneamente, quella scelta diventa magia, un’interfaccia alchemica tra gli stati interni ed esterni. Le Magical Things ci impongono di restringere la nostra attenzione e dedicarci alle parti del tutto, i dipinti di finestre lasciano che il fascino degli interni rivaleggi con lo splendore esterno. Chi e’ piu seducente? Possiamo averli entrambi? Meridith McNeal risponde con un si enfatico.

Meridith McNeal è un 'artista che viva a Brooklyn ed è anche insegnante, curatrice, amministratrice artistica e danzatrice di hula hoop.. Meridith ha passato molto tempo in Italia prima come viaggiatrice, poi come Artista Invitata all’American Academy di Roma dove è stata invitata nella primavera del 2008 e 2009, nell’estate del 2010 e nuovamente per la primavera del 2013. Le sue opere sono rappresentate in America dalla galleria Figerworks Gallery a Brooklyn, New York e dalla Amy Simon Fine Arts a Westport, Connecticut ed in Giappone dalla H.A.C. Gallery a Koby City.

Le mostre recenti di Meridith includono “50/50: Brooklyn/Sperlonga” alla ex Chiesa Sanctae Mariae de Spelonchae, Sperlonga, Italia; “Rome and a Villa” alla Corridor Gallery, Brooklyn, NY; “In the Footsteps of the Starry Messenger” alla Figureworks Gallery, Brooklyn, NY; “La dispensa” nel negozio Santi, Roma, Italia; “Magical Things” nella Alumni galleria d’arte dell’Università di St. Joseph, Brooklyn, NY. Le sue opere hanno fatto parte di “Day After Day” al Museo di SUNY Albany, Albany, NY; “The Influential Female - Drawings Inspired by Women in History”, al Kentler International Drawing Space, Brooklyn, NY; “Mapping: Memory and Motion in Contemporary Art”, al Museo d’Arte di Katonah, Katonah, NY e la sua mostra permanente “Cream & Sugar” creata appositamente per lo spazio è in vista al caffè NeroDoro di Brooklyn, NY; Le sue opere sono state pubblicate nel libro Map As Art: Contemporary Artists Explore Cartography, a cura di Katharine Harmon, pubblicato dalla Princeton Architectural Press, 2009. Meridith ha inoltre pubblicato due raccolte di opere e scritti alle edizioni Blurb: Magical Things, sulle sue esperienze a Roma, pubblicato nel 2009, e In The Footsteps of the Starry Messenger nel 2011.

Meridith ha curato oltre 80 mostre ed è consulente artistico presso Kentler International Drawing Space ed il Coney Island Museum. Meridith fa parte del comitato amministrativo della biblioteca pubblica di Brooklyn ed è la direttrice della Rush Philanthropic Arts Foundation, un'organizzazione ONLUS che fornisce programmi educativi per bambini, e sostiene il lavoro di artisti contemporanei sottorappresentati e artisti di colore.

Lisa Peet è una scrittrice, editrice, critica, artista e pasticcera che vive nel Bronx, New York. Creatrice del blog Like Fire (http://www.openlettersmonthly.com/likefire/) e scrittrice senior di Bloom (http://bloom-site.com/), Lisa Peet sta preparando un Masters in biblioteconomia e scienze informatiche all'Università Pratt Institute.

Installation view

Camera con vista: incantevole windowphilia

By Lisa Peet

Every piece of artwork holds two sets of gestures: those of the artist and those of the viewer. The artist’s gestures are often literal and easy to discern in the ways paint is applied, how the pen is held, the thickness or delicacy of a line. But there is also the implicit intimation—how is the artist directing her audience; what is she asking of us?

Meridith McNeal’s newest exhibition at Hyunnart Studio, Camera con vista: incantevole windowphilia, gains a fiercely dynamic energy from an opposing, yet entirely compatible, set of messages. The paintings—of windows in Rome, Venice, and Sperlonga, Italy and her home in Brooklyn, New York, and a collection of 12x12” objects entitled “Magical Things”—request two kinds of action from the observer. McNeal is clearly beckoning, inviting us through a series of life-sized windows that look out onto beguiling landscapes. But she is also asking us to stop, wait, and look more closely at what lies inside. In addition to their respective exterior landscapes, each window painting alludes to a rich interior, sometimes overtly but more often with just the hint of what lies beyond the frame. The Magical Things make this directive even more explicit. In each small piece, McNeal pays loving attention to ordinary objects that might otherwise be overlooked without her guidance.

The gentle tension set up by these two warring impulses, leaving and lingering, evokes a kind of seduction. The title of the exhibition comes from Eleanor Clark’s description of Roman windows, and their role in the city’s grand architecture, in her essay collection Rome and a Villa: “Perhaps the most peculiar effect of Roman as against other palaces is windowphilia.… In palace design they are central and bewitching in their variations.” And the term does resonate with a certain sexiness. The windows themselves, in various states of openness, produce a kind of architectural burlesque. The casement window in “Sperlonga Window: Casa Celeste Ironing Room” is closed, partially veiled by sheer flowered curtains, looking—perhaps with longing—at the unfastened shutters across the way. Its counterpart in “Sperlonga Window: Casa Celeste Living Room,” on the other hand, is thrown jubilantly open, framing a vertiginous cityscape and at the same time offering a sly reflective sliver of the neighboring building.

Open, shut, ajar; curtained or naked; opaquely reflective or straightforwardly transparent—McNeal’s windows all have their own ways of inviting the viewer in. And at the same time, each one begs you to wait just a moment. The suggestion of amiably appointed spaces, with their lush houseplants and artwork on the walls, checks the impulse of flight. And the lushness of these interiors is fully capable of standing up to the fantastic world beyond, reminding us that what is contained in our own parallel points of view has just as much to offer as what lies outside.

And to further provoke contemplation, McNeal offers us the wonders of the mundane. Magical Things, a series of 24 watercolor and ink studies, venerates the easily overlooked objects of everyday life: a bowl of olive oil, a paper boat, a jar of pepper. With the artist’s affectionate ministrations, these become totems, Milagros—charms of mindfulness, imbued with a power greater than the sum of their parts. While the window paintings encourage width and breadth, these smaller works speak out against the impulse to take anything for granted. They too play with the same sense of depth as the windows, but on an entirely different scale. The surprising tactility of a box of aspirin embossed with Braille, peppered cucumber salad in a flowered bowl, the quiet gleams of jars full of preserves on a deep shelf—these are indeed magical, and not just to the artist who celebrates them.

There are windows and architectural details rendered on a small scale as well, but they serve as destinations rather than portals, and have a different sort of voice. Flatter in affect than the large paintings or the smaller artifacts, the Roman stone carvings and store window displays encourage the spectator to stop and consider them as discrete elements. These are not points of departure but of convergence, deeply immersed in their own moments. Each of the Magical Things inhabits its own definite place and time, yet the images are still somehow expansive. Every one contains a strand of the greater world’s—and the larger paintings’—genetic material.

The twin impulses of motion and rest govern everything, from the most elementary properties of physics to the complex moral decisions we make throughout the day. And they serve as a powerful source of energy in Camera con vista: incantevole windowphilia. When an artist gives viewers permission to embrace both actions simultaneously, that choice becomes its own kind of magic, an alchemical interface between inner and outer states. The Magical Things require us to narrow our focus and make time for parts of the whole; the window paintings let the lushness within vie with the riches outside. Which is more alluring? Can we have both? Meridith McNeal’s answer is an emphatic yes.

Meridith McNeal is a Brooklyn-based artist, educator, curator, arts administrator and hula hooper. Meridith has been to Italy many times, first as a traveler; then as a Visiting Artist at the American Academy in Rome in the spring of 2008, in the spring of 2009, in summer 2010 and again in the spring of 2013. Her work is represented by Figureworks Gallery in Brooklyn, New York; Amy Simon Fine Arts in Westport, Connecticut and H.A.C. Gallery in Kobe City, Japan.

Meridith’s recent exhibitions include 50/50: Brooklyn/Sperlonga at ex chiesa sanctae mariae de Spelonchae, Sperlonga, Italy; “Rome and a Villa” at Corridor Gallery, Brooklyn, NY; In the Footsteps of the Starry Messenger at Figureworks Gallery in Brooklyn, NY; La dispensa at Santi, Roma, Italia; Magical Things at St. Joseph’s College Alumni Gallery, Brooklyn, NY. Her work was included in Day After Day, Museum at SUNY Albany, Albany, NY; The Influential Female - Drawings Inspired by Women in History, Kentler International Drawing Space, Brooklyn, NY; Mapping: Memory and Motion in Contemporary Art, Katonah Museum of Art, Katonah, NY and is currently on view in Cream & Sugar a site specific exhibition at NeroDoro in Brooklyn. Meridith’s book Magical Things about her experiences in Rome was published by Blurb in 2009. Her work is included in Map As Art, The: Contemporary Artists Explore Cartography, Katharine Harmon, published by Princeton Architectural Press, 2009. Meridith’s book Magical Things was published in 2009 and In The Footsteps of the Starry Messenger in 2011 both by Blurb.

Meridith has curated over 80 exhibitions and is on the artist advisory boards of Kentler International Drawing Space and the Coney Island Museum; she also serves on the Curatorial Committee of the Brooklyn Public Library. She is the Director of Education for The Rush Philanthropic Arts Foundation, a not-for-profit organization dedicated to providing inner-city youth with significant exposure and access to the arts, as well as providing exhibition opportunities to underrepresented artists and artists of color.

Lisa Peet is a writer, editor, reviewer, artist, and specialty baker living in the Bronx, NY. She is the proprietor of the literary blog Like Fire (http://www.openlettersmonthly.com/likefire/) and senior writer at Bloom (http://bloom-site.com/), and is currently working on a masters in Library and Information Science at Pratt Institute.